Carissimi,
volge al termine quel che per voi rappresenta l’ultimo anno di liceo. Non vi scrivo per scadere nella ovvia retorica di questi momenti, ma per ringraziarvi innanzitutto per quel che siete stati per me in tutto questo tempo, così carico per voi di attese e di speranze per la vostra vita.
Quel che più mi ha colpito in questi cinque anni di cammino insieme è stato riconoscere l’assoluta misteriosità delle vostre persone, della singolarità dei vostri volti. Temperamenti diversi, sensibilità differenti non fanno che evidenziare il dato essenziale: che ci siete e che ognuno di voi è insostituibile; non esiste al mondo un altro come voi. Questo è l’aspetto più affascinante di fronte al quale uno è innanzitutto chiamato a stupirsi nella piena consapevolezza che nulla al mondo vale più della vita di un uomo. Non nascondo una certa commozione al pensiero che ognuno di voi adesso prenderà la sua strada per affrontare l’avventura della vita. Questo rappresenta per me come uno strappo, ma sono certo che questo “allontanarsi” è l’occasione di una prossimità più grande tutta tesa alla scoperta del senso del vivere e del destino che ci accomuna e attende.
L’unica augurio che vi faccio è che siate sinceri, che siate così semplici da riconoscere e seguire ciò che di bello, giusto e vero vorrà accadere alla vostra vita. A me è capitato di incontrare persone che hanno preso sul serio la mia umanità, mi accompagnano in ogni circostanza e sono per me segno della assolutà positività del vivere.
Nell’amicizia con loro ho scoperto che esserci significa innanzitutto esser voluti, ed è in nome di questo esser voluti che uno si sentirebbe di dare per l’altro, letteralmente, la vita. Così adesso è, almeno tentativamente, un pò anche per ciascuno di voi.
Nella speranza che, in piena libertà e letizia, vogliate continuare a rendermi partecipe delle vostre avventure, abbraccio tutti ed ognuno.