L’ora di lezione – Massimo Recalcati

Sono qui riportati alcuni  stralci dell’introduzione del testo “L’ora di lezione, per un’erotica dell’insegnamento“, di Massimo Recalcati, edito da Einaudi. Un libro che ogni insegnante, o meglio ogni adulto, dovrebbe secondo me leggere.

Non respira, non conta più nulla, arranca, è povera, marginalizzata, i suoi edifici crollano, i suoi insegnanti sono umiliati, frustrati, scherniti… E’ questo il ritratto smarrito della nostra Scuola.

Abbiamo conosciuto un tempo dove bastava che un insegnante entrasse in classe per far calare il silenzio. Era lo stesso tempo dove era sufficiente che un padre alzasse il tono di voce per incutere nei suoi figli un rispetto misto a tremore. Il ruolo simbolico prevaleva su chi realmente lo incarnava più o meno difettosamente. Questo non impediva che le teste degli allievi cadessero sui banchi e che il loro sguardi vagassero annoiati nel vuoto…

Ebbene questo tempo è finito, defunto, irreversibilmente alle nostre spalle. Non bisogna rimpiangerlo, non bisogna avere nostalgia della voce severa del maestro, né dello sguardo feroce del padre. Se il nostro tempo è il tempo della dissoluzione della potenza della tradizione, se è il tempo dove il padre è evaporato, nessun insegnante può più vivere di rendita.

Quando un insegnante entra in aula, deve ogni volta guadagnare il silenzio che onora la sua parola.

E’ la cifra simbolica del nostro tempo: nell’epoca dell’indebolimento di ogni autorità simbolica è ancora possibile una parola degna di rispetto? Cosa può restare della parola di un insegnante o di un padre nel tempo della loro evaporazione?

La pratica dell’insegnamento può accontentarsi di essere ridotta alla trasmissione di informazioni – o, come si preferisce dire, di competenze – o deve mantenere vivo il rapporto erotico del soggetto con il sapere?

Ogni insegnante insegna a partire da uno stile che lo contraddistingue. Lo stile è il rapporto che l’insegnante sa stabilire con ciò che insegna a partire dalla singolarità della sua esistenza e del suo desiderio di sapere. La tesi principale di questo libro è che quel che resta della Scuola è la funzione insostituibile dell’insegnante. Questa funzione è quella di aprire il soggetto alla cultura come luogo di umanizzazione della vita, è quella di rendere possibile l’incontro con la dimensione erotica del sapere.

Un’ora di lezione non è mai robetta, non è lo scorrere dei un tempo nato già morto, non è un automatismo vuoto di senso, non è routine senza desiderio, come invece sembrava pensassero i miei interlocutori. Questo, piuttosto, è l’automatismo, il morbo della scuola, è la patologia propria del discorso dell’Università che ricicla un sapere che tende anonimamente alla ripetizione annullando la sorpresa, l’imprevisto, il non ancora sentito e il non ancora conosciuto, rendendo impossibile l’evento della parola.

E’ uno dei nemici acerrimi del lavoro dell’insegnante: la tendenza al riciclo e alla riproduzione di un sapere sempre uguale a se stesso. …Adagiarsi sul già fatto, sul già visto, ridurre l’amore per il sapere a pura amministrazione di un sapere che non riserva più alcuna sorpresa.

A quel punto non c’è trasmissione di una conoscenza viva ma burocrazia intellettuale, parassitismo, noia, plagio, conformismo.

Un sapere di questo genere non può essere assimilato senza generare un effetto di soffocamento, anoressia intellettuale, disgusto. Ma la Scuola non è innanzitutto questo: il vero della scuola è fatto di ore di lezione che possono essere avventure, incontri, esperienze intellettuali ed emotive profonde.

Un’ora di lezione può sempre aprire un mondo, può sempre essere il tempo di un vero incontro.

Se tutto sospinge i nostri giovani verso l’assenza di mondo, verso il ritiro autistico, verso la coltivazione di mondi isolati (tecnologici, virtuali, sintomatici), la Scuola è ancora ciò che salvaguardi l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi, le amicizie, le scoperte intellettuali, l’eros. Un bravo insegnante non è forse quello che sa far esistere nuovi mondi? Non è quello che crede ancora che un’ora di lezione possa cambiare la vita?

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