Intervista a William Congdon – a cura di Red Ronnie

RED: appena sono entrato la prima cosa che ha detto è che la tavola è sporca

BILL: La tavola è sporca…Come dovrebbe essere

RED: Ha ripreso a dipingere.

BILL: Un mese fa ricominciavo a dipingere. Sono stato per quattro mesi senza…E’ stato un dolore forte! Poi qualcuno mi ha portato delle fotografie del Venezuela, della costa. Fotografie così belle! Quello mi ha mobilitato, mi ha mosso a dipingere. A partire da quello che la fotografia rivelava – una nave abbandonata da quarant’anni sulla costa in Venezuela.

RED: Una nave abbandonata

BILL: E se uno si domanda “perché una nave abbandonata”, io ho detto che dipingo sempre e soltanto quello che io sono; non quello che vedo, ma quello che io sono. Se ho fatto 14 quadri della nave abbandonata vuole dire che c’è un abbandono della nave in me, io sono la nave abbandonata.

RED: Tutti ci sentiamo abbandonati, la solitudine oggi è la cosa che…è la parola forse più usata oggi

BILL: E’ bello quello che dice. Abbandonato vuol dire l’estrema, l’estrema ultima compagnia. Non è la mancanza di compagnia. Non è la mancanza di compagnia, ma è l’estrema compagnia. Non c’è una compagnia più bella di quella del così detto abbandono, perché abbandono vuol dire abbandonare se stessi e tutto quello che è comodo come conforto

RED: E lei da quanti anni è abbandonato?

BILL: Io? Abbandonato dal primo giorno che ho preso il colore per dipingere. Quello era l’inizio del mio abbandono, dalla mia compagnia alla vera compagnia

RED: Ma perché?

BILL: Perchè Dio ha disposto così. Perchè l’estrema compagnia che accompagna l’abbandono è Cristo. L’estrema compagnia, l’ultima compagnia è Lui; e la pittura è l’espressione e l’immagine di questa estrema compagnia.

RED: Questo (il relitto di nave morta), allora, si chiama William Congdon…Questa nave

BILL: Bravo, hai capito

RED: Adesso cosa succede? Questa nave, questo Bill Congdon, ci va qualcuno lì a prenderlo? Andrà da qualche parte o rimane sempre qui ferma?

BILL: Rimane qui ferma finché…e quello è il Mistero! Dove va a finire, se c’è un finire – e non è finito ancora – c’è un’evoluzione in atto, un divenire, e ogni giorno scricchiola via un pezzo, un frammento, e la nave si decompone…E’ il suo modo di ricostruirsi, di ricrearsi…

RED: Decomporsi e ricrearsi?

BILL: Ricomporsi e ricrearsi, perché tutto è compreso in noi. Siamo in fase di ricomposizione, in divenire; non c’è niente che possiamo vedere o essere che non è un divenire. E quel che stiamo diventando…noi sappiamo che stiamo diventando, ma non è ancora rivelato.

RED: Oggi tutti si danno da fare per i soldi, per il successo, per la fama, per il potere, per la po polarità…

BILL: Non vogliono quelle cose, quelle sono le cose ovvie! Basta vedere la scontentezza di quelli che hanno o bramano queste cose, ma non le vogliono…Tutti vogliono quella parte di nulla perché anche lì, in quella parte di nulla, c’è il Mistero che ci possiede…

RED: Ma su questa terra abbiamo una missione?

BILL: Lo scoprire il mistero che io sono, che ognuno è…Quella è la gioia.

RED: Lei lo ha scoperto?

BILL: Quando nasce un quadro sì. Per quello dipingo. (Pausa). La sua pazienza di stare qui con il microfono alla mia bocca.. Anche questo fa parte della gloria del Mistero, perché la vita è una gloria! Non c’è altro.

RED: Non è stato mai ribelle lei, da giovane?

BILL: Chi può dire che non si è mai ribellato? Il decadimento di questa nave è una ribellione, la ribellione di chi vorrebbe pretendere di essere perfetto. E’ questa la gloria di quella nave: il suo decadimento, il suo sbagliare. Oggi c’è, domani non ci sarà. Ma ci sarà nel senso vero della parola. Sta diventando, sta diventando. Come le altre fotografie lì…

RED: Sta diventando parte della natura, si sta sciogliendo nella natura…

BILL: Sta diventando la natura perché è natura

RED: Quindi quello che farà Bill Congdon..si dissolverà nella natura

BILL: Sì

RED: Nell’energia globale…Ma ha fretta di rientrare nella natura o no?

BILL: Ho fretta di sapere chi sono e che sono. Abbiamo tutti fretta – penso – abbiamo tutti fretta per questo diventare.

RED: Tutto il mondo parla di un’altra nave, il Titanic. Ha vinto 11 premi oscar, tutti vanno a vedere il film, le colonne sonore sono in testa alle classifiche…

BILL: E’ un grande dolore non aver visto io film, perché io son nato quella notte, quando la nave è andata giù. Io appartengo alla nave, io appartengo al Titanic.

RED: E’ nato proprio in quella notte?

BILL: Sì, il 15 aprile 1912. Appartengo alla nave. Non vedo l’ora di vedere il film, perché io sono lì. Se voglio trovare me stesso oggi, andrò a vedere il film

RED: Ma lei si è sempre sentito legato al Titanic?

BILL: Sì, da quando ero piccolo

RED: Spero di tornare a trovarla e di trovare il tavolo ancora più sporco.

BILL: Ha ragione

<p>RED: E di vedere che lei dipinge una spiaggia, senza nave. Perchè c’è già dentro..però senza nave

BILL: Bravo, hai capito

RED: E quello è l’ultimo quadro

BILL: Perchè era il primo

RED: E si ricomincia di nuovo

BILL: Sempre

RED: Grazie Bill!

BILL: Io ti ringrazio. Se tutto il mondo toccasse tutto quel che tocca con la stessa delicatezza con la quale tu hai posato sulla tavola il microfono, certamente il mondo sarebbe già convertito

One thought on “Intervista a William Congdon – a cura di Red Ronnie

  1. Stavo cercando l’intervista di Red Ronnie a William Congdon ma non la trovavo…poi ho trovato qui l’intervista scritta! Ti ringrazio di averla trascritta davvero di cuore e ti chiedo dove hai trovato il video, se esiste dell’intervista originale, vorrei sentire la sua voce e vederlo (William Congdon). Grazie ancora è molto preziosa questa intervista e non è un caso che William abbia trasmesso queste “frequenze” proprio a Red Ronnie. Grazie davvero di cuore

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