Agli educatori – Seneca

Ti lamenti di esserti imbattuto in un ingrato: se questa e’ la prima volta, ringrazia
la fortuna oppure la tua prudenza;
ma in questo caso la prudenza non puo’ fare niente, se non renderti gretto;
difatti, se non vorrai correre il pericolo
dell’ingratitudine,
non elargirai piu’ benefici: e cosi’, perche’ non vadano perduti per colpa d’altri,
i benefici andranno perduti per te.

E’ meglio non ricevere gratitudine piuttosto che non fare del bene;
anche dopo un cattivo raccolto bisogna seminare:
spesso il raccolto abbondante di un solo anno compensa cio’ che si era perduto per la persistente sterilita’ di un terreno
infecondo;
vale la pena sperimentare anche l’ingratitudine per trovare anche solo una persona grata.
Nessuno puo’ elargire benefici con tanta avvedutezza da non sbagliare di frequente:
si disperdano pure, purche’, un giorno, si radichino.
I marinai riprendono il mare anche dopo un naufragio;
se un debitore fallisce, non per questo l’usuraio abbandona i suoi affari.
La vita si intorpidirebbe ben presto in un ozio inerte se dovessimo lasciare
da parte tutto cio’ che delude.
Proprio questa delusione deve renderti piu’ generoso;
anche se la riuscita di un’azione e’ incerta, bisogna tentare piu’ volte perche’, prima o poi, dia frutto.

Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, Libro X

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